FILIERA ORTOFRUTTA.
E’ certamente, nel territorio del BioDistretto, la filiera meglio organizzata; come sbocco copre tanto il mercato locale che quello nazionale ed estero e spazia su diverse referenze ortofrutticole: interessa non solo, ma soprattutto, prodotti fuori stagione come pomodori in coltura protetta; molto importanti anche carciofi ed asparagi e sedani; debole la presenza della frutta, se si fa eccezione nel campo degli agrumi.
La forza di questa filiera è data dalla presenza d una Organizzazione di Produttori Biologici riconosciuta sulla OCM ortofrutta, la Cooperativa S’Atra Sardigna, che produce col metodo biologico dalla sua costituzione, oltre 42 anni fa (1982), e raggruppa, nel settore ortofrutticolo, 40 aziende, dispone di un Centro di Condizionamento a Sestu (CA) fornisce un servizio di assistenza tecnica gratuita ai soci che facilita, eventualmente, anche il percorso di conversione aziendale. Questa OP informa che la domanda di prodotti da parte dei suoi clienti è superiore all’offerta che la stessa OP può immettere sul mercato. Largo spazio, dunque, allo sviluppo della Filiera.
I produttori aderenti a questa filiera sono localizzati per lo più su tre sub aree del BioDistretto: il Sulcis, il Campidano attiguo o compreso della Città Metropolitana ed il basso Oristanese.
Sono diverse le opportunità di crescita di questa filiera che benché sia la più matura delle cinque interessate al BioDistretto, è quella in cui il margine di crescita immediato è maggiore anche perché garantito da una solidità strutturale della filiera stessa e da una forte crescita della domanda che ha portato la stessa Organizzazione di Produttori a presentare un PIF, Ortofrutta Biologica Sarda, risultato primo di quelli finanziarti anche se ancora in fase realizzativa. Attraverso il suddetto PIF la disponibilità di superfici e di strutture sarà incrementata del 40% rispetto all’attuale e ciò nonostante si farà fatica a soddisfare la domanda attualmente presente sul mercato. Di rilievo la dimensione che sta interessando la coltivazione della mandorla che produrrà i suoi benefici per l’irrobustimento della filiera entro i prossimi due anni; già ora sono aggregati o stanno per farlo, più di una decina di nuovi mandorlicoltori per una superficie impiantata di circa 100 ettari.
L’Organizzazione di Produttori ha presentato uno specifico piano d’investimento per dotarsi entro un anno dell’impianto di lavorazione delle mandorle.